Valli, colline e montagne di questa terra conoscono fin da tempi remoti i passi dell’uomo, come attesta il giacimento paleolitico di Isernia, al piede molisano del Matese. Nonostante le coperture vulcaniche non consentano di ritrovare tracce così eclatanti anche sul versante campano del massiccio, sono stati rinvenuti importanti giacimenti a Capriati al Volturno, Ailano, San Potito Sannitico, Monte Cila e Telese.
Alla fine della prima Età del Ferro, mentre la costa tirrenica è interessata da insediamenti greci (Pithecusa, Partenope, Posidonia, Elea), le zone interne sono di competenza etrusca, che fanno di Capua il loro centro principale, avviando la formazione di una civiltà urbana che interessa tutto l’entroterra campano.
Il Matese è roccaforte di un popolo tenace, i Sanniti, che qui resistono a lungo alla forza dirompente di Roma. In epoca tardo-antica su queste terre passano Goti e Vandali, poi i Longobardi, che si insediano nelle aree interne. Ancora oggi, con monumenti e grotte sacre dedicate al culto di San Michele Arcangelo, il Matese porta il segno della presenza longobarda.
I centri arroccati e i monasteri fortificati raccontano dell’arrivo dei Saraceni, allorquando si impone l’edificazione di ripari sicuri.
Per di qui passano Normanni, Svevi e Angioini: edifici, borghi, grotte rupestri sono segni di splendori e di alterne vicende, di ricchezze e di fasti, così come di carestie e periodi difficili.
Strade, ponti, case di oggi sorgono negli stessi luoghi di un tempo. Come la montagna si stempera verso la pianura, così l’uomo si confonde con la natura e col proprio passato. Questa è una montagna da percorrere e da vivere. Tra le sue valli si respirano duemila anni di storia.