L’amante del buon passo qui ne ha per giorni. È pressoché impossibile resistere al fascino delle grandi escursioni.
Un’esperienza indimenticabile è la traversata del Matese, da nordovest a sudest. Il percorso, sempre in cresta, richiede attrezzatura adeguata e allenamento, ma vale la pena. In circa quattro giorni di cammino si attraversa tutta la montagna, si scoprono angoli quasi inaccessibili, valli, anfratti, ingressi di grotte ancora inesplorate, piccoli e grandi canyon.
Questo incantevole itinerario prende le mosse dal paesino di Monteroduni, in provincia di Isernia, per seguire un’antica strada romana scavata sul bordo della profonda Forra di Pesco Rosso, fino a Gallo Matese. Da qui, in bella vista sui laghi di Gallo e di Letino, prosegue dribblando doline e bizzarre forme carsiche, per poi attraversare la rettilinea conca di Campo Figliolo e raggiungere la cresta di Monte Valle Diamante. Verso sud, nel Campo delle Secine, è la sorgente del torrente Lete, che dopo un breve percorso si inabissa in una grotta carsica.
L’itinerario lambisce Monte Ruzzo e con una bella salita raggiunge il maestoso Monte Miletto (2.050 m). Qui sembra di volare: lo sguardo spazia in tutte le direzioni, abbraccia non soltanto il Matese, ma buona parte della Campania e del Molise, e, nelle belle giornate, giunge ai due mari. Poco sotto la vetta si apre un grande circo glaciale, relitto delle ultime glaciazioni, e seicento metri più in basso si vedono il grande polje e gli impianti sciistici di Campitello Matese.
Il sentiero scende verso Colle del Monaco, a poca distanza da località l’Esule, tra eclatanti forme carsiche che annunciano la presenza di grotte. Poi risale verso Monte Crocetta e raggiunge la cima della Gallinola (1.923 m). In basso, verso sud, la grande piana del Lago Matese, tagliata dal Passo di Miralago e dal Fosso di Prete Morto, che si precipita nella Gola dell’Inferno per raggiungere il fondovalle.
Ma l’itinerario si tiene sempre alto: passa per Piano della Corte e per Monte Orso, per raggiungere il valico di Sella del Perrone. Da qui sale fino al Monte Mutria (1.823 m) massiccio e sornione, affacciato sulla valle del Quirino a nord e sull’ampia vallata del Titerno a sud.
Dal Mutria scende verso località Tre Confini e verso Campitelli di Sepino, per entrare in territorio di Morcone o raggiungere l’abitato di Pietraroja.
Ma per conoscere la natura di queste montagne non è necessario compiere l’intera traversata. Se ne può fare solo una parte, oppure inventare varianti.
Per addentrarsi nel Matese basta imboccare uno dei tanti sentieri segnalati dal Club Alpino Italiano. Alcuni di essi partono direttamente dal fondovalle, altri si possono imboccare già in quota.
Alcune passeggiate sono davvero meravigliose. Quella al Monte Janara partendo da Campo Rotondo regala la soddisfazione di raggiungere una cima senza grossi sforzi, e attraversa paesaggi carsici di grande bellezza, con viste sulla Piana delle Secine e sul versante campano del Matese.
Nello zaino ci devono essere sempre acqua, viveri, una giacca a vento, vestiario pesante anche in piena estate, e una buona dose di prudenza. La montagna è imprevedibile: una bella giornata di sole può evolvere rapidamente a temporale, con pioggia battente, vento e fulmini.
Per questo motivo l’ideale è rivolgersi a personale esperto, che oltre al supporto tecnico e all’esperienza, può fornire le attrezzature necessarie ad effettuare un’escursione o un’esplorazione in tutta sicurezza.