RAVISCANINA

Di origine risalente al dominio Longobardo, con il ducato di Benevento, Raviscanina, fu luogo di culto, insieme a Sant’Angelo d’Alife, tra i più importanti per la venerazione di San Michele Arcangelo, tradizione ancora oggi viva e da vivere in un tabernacolo ricavato in una grotta risalente al X sec.
Dal 1065 in poi, con l’ingresso dei Normanni nel sud Italia, Raviscanina divenne feudo, in capo al conte Rainulfo II, però, com’era in uso durante il medioevo, con il passare del tempo il territorio subì un’ulteriore divisione in base all’accrescere dell’importanza delle famiglie nobili dei feudi matesini come i Gaetani d’Aragona che riuscirono a costruire una potente baronia comprendente il territorio che va da Alife a Fontegreca, integrando così la stessa Raviscanina. Ma il territorio, in seguito all’ingresso degli Svevi in Italia ed alla discesa di Enrico VI nei territori meridionali, da qual momento fino all’incoronazione di Federico II, avvenuta nel 1220, attraversò un lungo periodo fatto di disordini, miseria e continue lotte per il potere. Raviscanina, così come tutti i paesi limitrofi, seguì il destino che appartenne al sud Italia, in una continua lotta tra i Signori e feudatari, fino all’abolizione del feudalisimo e all’unità d’Italia. Da questo periodo il territorio di Raviscanina fu interessato dal fenomeno del brigantaggio con le bande di Pietro Trifilio, la banda di Tommaso di Mundo, il brigante letterato e quella di Andrea Santaniello…